Cosmetica, l’estero traina i conti dell’industria made in Italy

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In cinquant’anni le esportazioni di cosmetica made in Italy sono passate da 25 milioni di euro a quasi 4,3 miliardi con una bilancia commerciale che, se mezzo secolo fa registrava valori dell’import superiori all’export, adesso, con oltre 2,3 miliardi è tra le più alte dei settori industriali italiani. La cosmesi, infatti, si posiziona al terzo posto della classifica dei saldi commerciali con l’estero dei vari comparti: su un totale di 51,6 miliardi, ha un peso del 4,5% e segue, nella graduatoria, due giganti del made in Italy come vino (5,3 miliardi) e abbigliamento (4,4 miliardi).

L’analisi arriva dal Centro Studi di Cosmetica Italia secondo cui – dopo un 2016 chiuso con esportazioni per 4,3 miliardi in aumento del 12,7% – per il 2017 sarà ancora la componente estera della domanda a sostenere la crescita della produzione: per l’export si prevede, infatti, un ulteriore incremento del 9,5%, per un valore prossimo ai 4,7 miliardi. Una performance che impatterà in misura evidente anche sulla bilancia dei pagamenti che si avvicinerà ai 2,4 miliardi, record assoluto per il comparto. La conferma a questo trend arriva dai dati Istat sul primo trimestre dell’anno: +13,8% rispetto al +14% nel medesimo periodo del 2016.

«I principali Paesi di destinazione delle vendite italiane di cosmesi rimangono, per il 2016, tendenzialmente gli stessi dell’anno precedente , come probabile conseguenza della preoccupazione per la tensione nella politica mondiale. In generale diminuisce l’interesse delle aziende cosmetiche verso i mercati extraeuropei a favore dell’Europa». Se, infatti, a luglio 2015 il rapporto era 39% verso l’Europa contro 61% verso extra-Ue, a luglio 2016 il rapporto diventa 46% contro 54% per poi passare, nel 2017, a un netto sbilanciamento verso le destinazioni europee: 52% contro 48%.

Con un valore di 529 milioni di euro in aumento del 25,6%, la Germania si aggiudica la prima posizione della top ten dei Paesi importatori di bellezza made in Italy che concentrano il 64% dell’export totale. Seguono Francia con 463 milioni (+5,9%) e Stati Uniti che, con un valore di 406 milioni, segnano un importante aumento del 24,4%, trainato dai prodotti per il corpo (+50,5%) e per il trucco (+38%). L’incremento maggiore però è stato segnato dal Belgio, decimo con 140 milioni, ma con un balzo del 55,7%. Rilevanti anche le crescite a doppia cifra di Emirati Arabi Uniti e Russia, dopo il calo nel 2015 dovuto a una crisi di consumo interna.

«Allargando la visione ai primi venti mercati – aggiunge Isolda -, è possibile notare come l’Italia abbia un forte richiamo dei propri brand cosmetici in Asia. Nello specifico Giappone e Corea del Sud stanno guadagnando quote significative tra le preferenze di destinazione dell’export cosmetico italiano; in lieve flessione invece le esportazioni in Cina, Singapore e Taiwan. Nel 2016 si segnalano trend estremamente positivi anche per Polonia (+13,9%) e Australia (+16%)».

Mercati a parte, la classifica delle famiglie di prodotti italiani più esportati nel mondo, vede al primo posto i prodotti per il make-up, con un valore di oltre 870 milioni di euro e una crescita del 23,9%, seguiti da quelli per la cura del corpo che raggiungono gli 815 milioni in aumento del 20,5%. I singoli prodotti più venduti sono le creme più di 800 milioni e le acque da toeletta e colonia con oltre 663 milioni.