Cresce il valore della filiera degli integratori alimentari

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L’industria degli integratori alimentari è composta da imprese che investono in innovazione, internazionalizzazione ed export e che considerano la qualità al primo posto nella classifica delle priorità di investimento.

L’indagine del Centro Studi FederSalus sull’industria degli integratori alimentari in Italia, giunta alla seconda edizione, rivela che questo settore continua a essere un attore importante per la crescita dell’economia nazionale.

I risultati dell’Osservatorio della filiera degli integratori alimentari, realizzato da FederSalus dimostra che cresce il valore della filiera degli integratori alimentari: un’eccellenza italiana che investe in qualità e innovazione
I risultati dell’Osservatorio della filiera degli integratori alimentari, realizzato da FederSalus, dimostrano che è cresciuto il valore di questo settore, un’eccellenza italiana che investe in qualità e innovazione

L’indagine conferma la validità del percorso avviato da FederSalus per migliorare il livello di qualità della filiera degli integratori alimentari. Uno strumento utilizzato è l’attuazione e la certificazione di Buone Pratiche di Fabbricazione nel processo produttivo. L’eccellenza qualitativa non è considerata un costo, ma un investimento nel futuro dell’impresa.

I risultati dell’indagine sull’industria degli integratori alimentari

L’indagine ha coinvolto 112 tra le aziende associate e ha fotografato un comparto dinamico e molto articolato.

Negli ultimi dodici mesi mobili, il settore è stato caratterizzato da:

  • incremento del fatturato del 6%,
  • variazione positiva dei volumi di vendita del 4,8%,
  • valore di mercato pari ai 2,7 miliardi di euro, per un totale di circa 193 milioni di confezioni vendute.

In termini di produttività del lavoro è in grado di competere con successo in uno scenario globalizzato con una stima pari a 77.500 euro, in linea con i livelli mediani più elevati di produttività dell’economia italiana (79.100 euro).

La filiera genera un fatturato totale stimato a fine 2015 di 1.080 milioni di euro (+5,4% vs indagine 2015) impiegando 9.000 addetti totali, inclusi informatori medico scientifici e agenti di vendita.

Indicatore dello stato di salute del comparto è la dinamica degli investimenti che ha sostenuto l’aumento della produzione e del fatturato. Oltre il 50% delle aziende rispondenti ha dichiarato di aver incrementato gli investimenti in:

  • innovazioni di prodotto (il 68,9%),
  • marketing e comunicazione (il 62%),
  • impianti e nuovi macchinari (il 55,6%),
  • formazione del personale (il 52,6%),
  • innovazioni di processo (il 46,7%).

Dall’Osservatorio emerge inoltre che la filiera italiana dell’integratore alimentare è decisamente proiettata verso i mercati internazionali. Quasi il 70% delle aziende associate (nel 2015 era il 65%) ha un fatturato proveniente da export e altre attività all’estero. Si tratta di aziende con dimensioni maggiori che si distinguono per un fatturato medio di 12,2 milioni di euro e operano nel mercato interno da oltre 15 anni. Circa il 30% di queste aziende esporta oltre un quarto del fatturato all’estero. Per il 47% di queste, l’export rappresenta oltre il 50% dei ricavi totali.

La certificazione di qualità assume un peso rilevante non soltanto a tutela del mercato italiano e a beneficio del consumatore, ma anche perché riguarda imprese che rivolgono all’esportazione buona parte della loro produzione: il riconoscimento di caratteristiche di qualità distintive ed evidenti sui mercati esteri è un fattore competitivo vincente.

La sfida del settore si conferma quella di caratterizzarsi per standard di qualità riconosciuti e riconoscibili, tramite un percorso finalizzato alla realizzazione di una filiera di produzione di qualità, nella quale l’integratore alimentare riveste un proprio ruolo ben definito e chiaramente differenziato sia dall’alimento sia dal farmaco.